24 October 2012

Le 10 cose che non vi hanno detto al corso pre-parto: numero 3

Come ogni mercoledì un nuovo tema per le nostre "10 cose blablabla"

Oggi parliamo di leggerezza!



Cosa intendo per "leggerezza"?

Proverò a spiegare...come prima cosa vi riporto una citazione dalla mia pagina facebook: Pamela ci dice "Indietro non si torna. E' la prima cosa che ho pensato quando ho visto positivo il test del mio primo figlio."

Ecco, il punto è questo. Una volta che rimani incinta del tuo primo figlio sei madre! E da questo status, non solo non puoi tornare indietro, ma non puoi nemmeno prendere una pausa.

Se sei in ufficio pensi a dove sono i tuoi bimbi, con chi, e anche se ti fidi ciecamente, vivi con il segreto terrore che il telefono squilli e sul cellulare compaia la scritta "Asilo".
Se sei per una timida volta a cena con la tua dolce metà, il pensiero correrà alle tue belve che stanno sfasciando la casa di tua madre :)
Se anche sei una persona molto easy e pensi "va beh pace, oggi si sfascia, domani si sistema" comunque il tuo pensiero almeno una volta andrà a loro.

Non c'è più quella meravigliosa leggerezza delle 3 del mattino "E se domani partissimo? così in vespa?"
Quella sensazione di "Stasera non ho voglia di mangiare, sgranocchio patatine davanti alla TV"
"Ecco ora basta, prendo e vado a fare un giro!!!"

Non c'è più!

E voglio citare questo passo che meglio di me esprime il concetto...il brano è tratto da "Chicken Soup for the Women''s Soul" (libro che dovrò comprare prima o poi)


Il tempo sta scadendo per la mia amica.
Siamo sedute a pranzo quando casualmente mi dice che lei e suo marito stanno pensando di "cominciare una famiglia".
Quello che intende è che il suo orologio biologico ha cominciato il conto alla rovescia e la sta costringendo a considerare la prospettiva della maternità.  
"Stiamo facendo un sondaggio" dice, quasi scherzando.
"Pensi che dovrei avere un bambino?" 
"Ti cambierà la vita" dico con attenzione, mantenendo un tono neutrale. 
"Lo so" dice.
"Niente più dormite fino a tardi il sabato, niente più vacanze improvvisate..." 
Ma questo non è proprio ciò che intendo.
Guardo la mia amica, cercando di decidere cosa dirle. 
Voglio farle sapere ciò che non imparerà mai ai corsi preparto.
Voglio dirle che le ferite fisiche di una gravidanza guariscono, ma che diventare madre la lascerà con una ferita emotiva così profonda che la renderà per sempre vulnerabile. 
Considero l'idea di avvertirla che non leggerà mai più un giornale senza chiedersi "E se si fosse trattato di mio figlio?".
Che ogni disastro aereo, ogni incendio la tormenterà.
Che quando vedrà le foto di bambini ridotti alla fame, si chiederà se possa esistere cosa peggiore del veder morire il proprio figlio.  
Osservo le sue unghie laccate con cura e il suo completo alla moda e penso che non importa quanto possa essere sofisticata, diventare madre la ridurrà allo stato primitivo di un'orsa che protegge il suo cucciolo.
Che all'urlo di "Mamma!" farà cadere il soufflè o il suo cristallo più bello senza un momento di esitazione.
Sento che dovrei avvertirla che indipendentemente da quanti anni abbia investito nella sua carriera, verrà professionalmente dirottata dalla maternità.
Potrebbe lasciare suo figlio alle cure di qualcuno, ma un giorno andrà ad un'importante riunione di affari e penserà al dolce odore del suo bambino.
Dovrà usare ogni grammo di disciplina per trattenersi dal correre a casa solo per assicurarsi che suo figlio stia bene.
Vorrei che sapesse che le decisioni quotidiane non saranno più semplice routine.
Che il desiderio di un bambino di cinque anni di andare nel bagno degli uomini del McDonald's piuttosto che in quello delle donne si trasformerà in un gran dilemma.
Che proprio là, nel mezzo del rumore di vassoi accatastati e delle urla dei bambini, le questioni di indipendenza e di identità di genere verranno valutate contro la prospettiva che un pedofilo possa nascondersi in bagno.
Per quanto sicura di sè possa essere in ufficio, come madre tirerà sempre a indovinare.
Nel vedere la mia amica così attraente, vorrei assicurarle che alla fine butterà giù i chili della gravidanza, ma che non si sentirà mai più la stessa.
Che la sua vita, ora così importante, avrà minore valore ai suoi occhi quando avrà un figlio.
Che la darebbe in un istante per salvare la sua prole, ma che comincerà anche a sperare di poter vivere più anni, non per realizzare i propri sogni, ma per vedere suo figlio realizzare i suoi.
Desidero farle sapere che la cicatrice di un cesareo o una smagliatura lucida diventeranno distintivi d'onore.
La relazione con suo marito cambierà, ma non come pensa. 
Vorrei che potesse capire quanto di più si possa amare un uomo che cosparge di talco un bambino con tanta cura o che non esita mai a giocare con suo figlio o sua figlia.
Vorrei che sapesse che si innamorerà di nuovo di suo marito per motivi che ora troverebbe tutt'altro che romantici.
Vorrei che la mia amica potesse percepire il legame che sentirà con tutte le donne che attraverso la storia hanno tentato disperatamente di metter fine alla guerra, ai pregiudizi e alla guida in stato di ebrezza.
Spero che capirà come io possa pensare razionalmente alla maggior parte delle cose, ma possa perdere temporaneamente la ragione quando discuto della minaccia della guerra nucleare nel futuro dei miei figli.
Vorrei descriverle l'euforia nel vedere tuo figlio imparare a colpire una palla da baseball.
Vorrei immortalare per lei la grassa risata di un bambino che tocca per la prima volta il soffice pelo di un cane.
Voglio che provi la felicità così reale che fa male.
Lo sguardo interrogativo della mia amica mi fa realizzare che mi sono venute le lacrime agli occhi.
"Non te ne pentirai mai", dico alla fine. 
Poi allungo la mano sul tavolo verso la sua, gliela stringo e prego per lei e per me e per tutte le altri semplici donne mortali che nel loro cammino inciampano nella più santa delle chiamate.

17 October 2012

Le 10 cose che non vi hanno detto al corso pre-parto: numero 2

Rieccoci con le 10 cose che non vi hanno detto al corso pre-parto.

Oggi parliamo di baby blues!

immagine di Rick Kirkman & Jerry Scott

Questo, come forse sapete tutti, è un tema per me fondamentale! Difatti quando ho avuto il mio Kipi non ero assolutamente preparata allo stravolgimento ormonale che ti colpisce e che ti porta a piangere (quasi) tutti i giorni.
Dopo quello che è successo a me ho parlato con tante mamme e nel mio piccolo ho fatto un'analisi che voglio condividere con voi.


E' assodato che il baby blues, questo stato di tristezza accompagnato da pianti e angosce, colpisca quasi tutte le mamme. E' un momento normalissimo, dovuto allo sbalzo di ormoni: gli ormoni della gravidanza spariscono di botto per far spazio agli ormoni dell'allattamento...

...e se già in gravidanza gli ormoni ci hanno fatto sballare figuriamoci dopo il parto

Dalla mia piccola analisi ho dedotto che ci sono due tipi di sensazioni:

- la sensazione "mamma inadeguata": perchè piange? cosa ho fatto di male? non ho latte? non sono capace? non ce la farò mai!!!

- la sensazione "mamma pentita": perchè l'ho fatto? stavo meglio prima! Ridatemi la mia vita! cosa vuole da me? rimandiamolo indietro!

Entrambe le sensazioni sono accompagnate da grandi sensi di colpa, da pianti, crisi, vergogne.

Si tende a piangere solo con persone molto care (a volte solo con il partner, altre con la famiglia d'origine, altre volte con nessuno).

C'è almeno un aspetto positivo? Sì c'è! E' che tutto ciò è normalissimo! Tante mamme ci sono passate e tante ci passeranno! Inoltre passa...magari piano ma passa!! C'è chi ci mette 15 giorni, chi un mese, chi due, ma diciamo che verso i 2 mesi di vita del bimbo si sta sicuramente meglio (diversa è la depressione vera e propria che dura mesi e mesi, ma quella necessita di cure adeguate e di una persona competente che vi segua).

Che fare dunque? Niente, aspettare e abbandonarsi al momento del pianto, allo sconforto, parlarne tanto con il partner....magari informarlo prima del fatto che "le amiche vi hanno detto che", magari chiedergli se ha amiche mamme di parlar con loro, insomma dargli gli strumenti per far sì che capisca che è una fase e che vi ripeta sempre "Piangi e non ti preoccupare, poi passa".

E poi sfogarsi con le amiche già mamme, non quelle che "ah io sono stata felice dal primo giorno", ma quelle "scherzi, piangevo tutti i giorni!!".

Importantissimo è il riposo. La neo-mamma deve dormire il più possibile, deve trovare (e chiedere, mamme CHIEDETE!) l'aiuto delle persone che la circondano in modo che altri si occupino di pasti, pulizie, ecc...la neo-mamma dovrà stare con il bambino e riposare.

Poi ovviamente seguire i post di Artemadre riguardo i le 10 cose che non vi hanno detto al corso :)

Volendo, potete approfondire qui. In rete comunque si trova parecchio materiale.

Aggiungo che se vi ha fatto sorridere la vignetta in alto, ne trovate altre sul sito di Baby Blues Comic Strip.

15 October 2012

Un'onda di luce


15 Ottobre: un'onda di luce intorno al mondo contro la morte perinatale 
Partecipare è semplice: dovunque tu sia, il 15 Ottobre alle 19 accendi una candela e lasciala ardere per un'ora.
Farai parte anche tu di un'onda di luce che attraverserà il mondo nel ricordo di tutti i bambini che non sono più con noi.

Ottobre è il mese della consapevolezza sulla morte infantile e sulla perdita in gravidanza (Pregnancy and Infant Loss Awareness Month) e ha l'obiettivo di focalizzare l'attenzione pubblica su eventi quali morte intrauterina, aborto, morte neonatale e morte improvvisa del lattante (sudden infant death syndrome, SIDS), rappresentando una opportunità per informare, insegnare, educare, sostenere la causa e dare una spinta nella direzione della ricerca e della prevenzione. 
Un mese, 31 giorni, tutti dedicati alla memoria dei bambini che non ci sono più, ma che tanto hanno cambiato le vite dei loro genitori.
Un mese, 31 giorni, per rimettere nel cuore i giusti ricordi, per guardare il cammino fatto, per vivere la nostalgia che è possibile sentire solo quando il cuore è stato innamorato di chi non è più con noi.
31 giorni di lavoro, con gli altri, per diffondere la cultura del lutto perinatale, diffondere le informazioni mediche e scientifiche sull'argomento, per migliorare la comunicazione con e tra i genitori.
31 giorni, ogni anno, per rendere presenti nelle nostre vite, e fonte di espressione e di crescita, i nostri "piccoli-per sempre, e per sempre-amati" bambini.
Ci sarebbe tanto da fare, tanto da informare, tanto di cui parlare…
L'Onda di Luce è un concetto creativo nato da una idea delle associazioni inglesi: se in tutto il mondo ogni partecipante accende una candela alle ore 19 locali e la mantiene accesa per un'ora, per tutta la giornata del 15 Ottobre un'onda di luce attraverserà il globo, illuminando progressivamente tutto il pianeta, un fuso orario dopo l'altro. 

Grazie all’associazione CiaoLapo Onlus per aver portato anche in Italia questa iniziativa e per tutto quello che ha fatto in questi anni e continua a fare.

Questa è la mia candela: profuma di speranza...
Il mio pensiero va a te, amica mia.


10 October 2012

Le 10 cose che non vi hanno detto al corso pre-parto: numero 1


Oggi inauguriamo una nuova serie di post che vi terrà compagnia ogni mercoledì.

I post nascono da una discussione sulla mia pagina facebook: "Qual è il tema di cui si parla meno riguardo l'avere figli?"

Dalle risposte a questa discussione sono nati i dieci punti che vedremo uno a settimana.

Oggi si parla di SONNO!!!



Vedo già facce che si muovono e fanno sìsì con la testa.

Il sonno è il tema principale per la neo-mamma e chi la circonda. Difatti la prima domanda che viene rivolta alla neo-mamma è "E' bravo? Dorme?"
Come se "la bravura" di un neonato (bravura poi!) si misurasse in base a quanto il neonato dorme.

Certo, i concetti di bravo o cattivo al neonato non si applicano, siamo d'accordo. Però è vero che la follia della neo-mamma si misura in base al sonno del suo bimbo.

Care mamme, ora vi dirò quello che al corso non vi hanno detto: scordatevi di dormire tutta la notte per i primi mesi del bambino! Dimenticate quelle belle dormite fino alle 11 del mattino, quel riposo profondo, ininterrotto e quieto.

Sappiate che il bimbo che dorme tutta la notte NON ESISTE! E se a tutte le vostre amiche è capitato questo bimbo sappiate che le vostre amiche MENTONO! E se anche questo bimbo angelico esiste, è rarissimo! E se è rarissimo non capiterà a voi!
Meglio pensarla così, almeno non sarete deluse ;)

Quindi rassegnatevi e preparatevi ad un neonato che si sveglierà più o meno 5-6-7 volte per notte! Più o meno senza motivo! Certo, può andare bene, se riuscirete ad allattare (e con "riuscirete" intendo dire che avrete il giusto supporto) probabilmente la tetta vi aiuterà molto, basterà porgergliela e il bimbo si riaddormenterà (forse). Se avrete l'aiuto del padre (e lavoriamo assieme in modo che il "se" diventi un "quando") qualche volta si sveglierà lui e voi potrete dormire un pochino, ma avrete comunque un occhio aperto.

Quindi preparatevi. Immaginate gli scenari peggiori! Fate in modo di poter dire "pensavo peggio".

E restate in ascolto, qualche dritta arriverà.




5 October 2012

Progetto fotografico

Mamme! Ho bisogno di voi!

Sta per partire un grandissimo progetto!!!!

Il progetto è presto descritto: dovete girare per la vostra città con i vostri bimbi e con i mezzi che adoperate solitamente: passeggino, bici, triciclo, quello che volete.

Non appena incontrate una barriera architettonica dovete fare una bella foto e inviarmela.

Potete inviarla via email (info@artemadre.it), oppure postarla sulla pagina facebook.
Unica richiesta: indicate la città in cui è stata scattata la foto.

Avete tempo fino a Natale.

Poi inaugureremo l'anno nuovo con una mostra virtuale delle barriere architettoniche delle nostre città.

Che si vince? Niente, non è un contest :)
E' semplicemente un modo per fare il punto sulle difficoltà a cui sono sottoposte le mamme nei loro spostamenti.

Mi raccomando allora, macchina fotografica (o cellulare) sempre pronti.

3 October 2012

Estivill fa un passo indietro?

Sta facendo scalpore la notizia che Estivill (scrittore del famoso libro "Fate la nanna") avrebbe fatto un passo indietro sostenendo che il suo metodo andrebbe applicato solo ai bambini dai 3 anni in su (e non dai 6 mesi come indicato nel suo libro).

Qui trovate l'articolo di un sito italiano e qui l'articolo in spagnolo.



Dopo i primi commenti del tipo "perchè non ha studiato prima?", "era meglio evitasse allora di scrivere falsità" e cose del genere si è passati a "Chissà come si sentiranno in colpa le mamme che hanno applicato il suo metodo".

Beh, io voglio dire questo, io conosco un paio di queste mamme e ho parlato lungamente con loro poichè mi piace confrontarmi con chi la pensa diversamente da me (se no che confronto è?).
Queste due mamme (ripeto, parlo SOLO per queste due) non si sentono in colpa per nulla.

Hanno applicato Estivill perchè distrutte dal sonno, stanche, stressate poichè mamme lavoratrici con la sveglia puntata all'alba e nessuna possibilità di fare riposini pomeridiani. Sono mamme che sono state criticate e guardate male da altre mamme (perchè sappiamo che a volte le mamme sono le peggiori nemiche delle altre mamme). Mamme che hanno applicato Estivill poichè disperate e che, una volta applicato il metodo, sono state finalmente felici che il bambino dormisse...e loro con lui. Non sono mamme stupide, sanno che si discute molto sugli effetti collaterali del metodo, ma sanno anche che senza dormire si impazzisce!

Io non sono favorevole a Estivill, PER ME, ma lo dico da mamma fortunata i cui bimbi hanno bene o male dormito. Vuoi perchè gli si ficcava la tetta in bocca, vuoi perchè ad un certo punto (verso l'anno) hanno iniziato a dormire tutta la notte. Sono però anche una persona che ha una scarsa tolleranza al non-sonno e quindi riesco a capire (seppur vagamente) che una mamma sia disposta a (quasi) tutto pur di dormire!

Per cui onestamente io penso che se anche nel libro ci fosse stato scritto "applicare dopo i 3 anni", loro l'avrebbero applicato lo stesso, perchè quando sei morta dal sonno provi di tutto.

E penso quindi che ora non si sentano affatto in colpa perchè hanno scelto di non impazzire. E penso che noi altre mamme dobbiamo smettere di criticare o pensare male di queste mamme perchè così come non esiste un metodo, così non esiste la mamma perfetta e ogni mamma fa il meglio che può per il suo bambino, ma anche per sè stessa...poichè ricordiamo che una mamma sana è la prima condizione fondamentale per un bambino sano.

Aggiungo anche che dichiarare che "ora si sentiranno in colpa" fa supporre che abbiano applicato il metodo senza criterio, senza interrogarsi sulla sua validità e senza verificarne l'applicazione sul loro bimbo. Io non penso che una mamma applichi un metodo solo perchè descritto in un libro...penso che ci rifletta e verifichi se e come il metodo possa essere applicato al suo bambino. Quindi perchè poi sentirsi in colpa se in quel momento sembrava la cosa giusta da fare?

Bando ai sensi di colpa, sempre e comunque!

2 October 2012

Settimana mondiale dell'allattamento 2012

Allattare non è facile (all'inizio).
Allattare può fare male (se non si attacca correttamente il bambino).
Allattare genera molti dubbi (se non si hanno persone competenti a cui chiedere aiuto).
Allattare stanca (se nessuno a casa ci aiuta).

Questa è la settimana mondiale per l'allattamento.
La maggior parte delle mamme, prima del parto, dichiara di voler allattare. A 3 mesi dal parto allatta meno della metà delle mamme.
La cosa fondamentale per un buon allattamento è il supporto di persone competenti.
Questo supporto va cercato prima di partorire e va perseguito con continuità (cosa non facile poichè a volte chi è preposto ad aiutarci non è del tutto competente).
Se volete qui potete trovare una serie di indicazioni utili.
Ovviamente potete scrivermi per qualsiasi dubbio...se posso vi aiuterò con enorme piacere

Buon allattamento a tutti

1 October 2012

La figura del padre e la piramide dei bisogni di Maslow

Ieri sera su rai storia hanno trasmesso il documentario "Come mio padre" incentrato sull'evolversi della figura del padre dal dopoguerra ad oggi.

Il documentario presenta diverse testimonianze e racconti, sia da parte dei padri che da parte dei figli, riguardo il loro rapporto.

L'evoluzione della figura paterna è evidente. Si va dal padre-padrone, al padre emigrante, al padre separato al padre affettuoso.

Io ho notato un parallelo tra l'evoluzione della figura paterna e la piramide dei bisogni di Maslow.

Piccolo excursus sulla piramide dei bisogni di Maslow (da wikipedia).

Tra il 1943 e il 1954 lo psicologo statunitense Abraham Maslow concepì il concetto di "Hierarchy of Needs" (gerarchia dei bisogni o necessità) e la divulgò nel libro Motivation and Personality del 1954.

Questa scala di bisogni è suddivisa in cinque differenti livelli, dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell'individuo) ai più complessi (di carattere sociale). L'individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. Questa scala è internazionalmente conosciuta come "La piramide di Maslow". I livelli di bisogno concepiti sono:

  1. Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.)
  1. Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione
  1. Bisogni di appartenenza (affettoidentificazione)
  1. Bisogni di stima, di prestigio, di successo
  1. Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale).



Ecco come ho interpretato io l'evoluzione:

1 - Bisogni fisiologici: immediato dopoguerra, il padre pensava solo ed esclusivamente a "procacciare il cibo" magari emigrando per poter sbarcare il lunario. Il fine unico e esclusivo era portare cibo in casa e soldi per far crescere bene i figli.


2 - Bisogni di salvezza. Una volta sistemati i bisogni primari (sfamati i figli) si passa al dare protezione. Il padre diventa un padre-padrone che protegge (anche se incute timore) e difende dal mondo.


3 - Bisogno d'affetto e appartenenza. Sono nutrito, sono protetto...voglio amore! Cominciano le prime battaglie padri-figli. I figli non vogliono solamente un comandante, vogliono un padre che li ami, vogliono contatto, intimità, gesti d'affetto.


4 - Bisogno di stima, prestigio. Sono anche amato, sto bene con mio padre, mi sento sicuro e amato. Voglio essere anche stimato però...quindi faccio qualcosa (scegliendo la mia strada in maniera più o meno conscia) per ottenere la stima paterna, disinteressata e al tempo stesso amorevole.


5 - Bisogno di realizzazione di sè. E' l'ultimo passo! L'accettazione senza condizioni!Io penso che in questo momento siamo proprio qui! I figli vogliono essere amati, apprezzati e rispettati per quello che sono! A prescindere dalle loro idee, dai loro gusti, dalle loro inclinazioni politiche e sessuali.E' il momento di considerare i bambini come persone in divenire, gli adolescenti come persone fatte e finite! La letteratura attuale è piena di libri che ci spiegano che dobbiamo considerare i nostri figli come persone con un loro carattere e interessi, che dobbiamo lasciarli liberi, amarli e accettarli! L'accettazione incondizionata è la chiave del vero amore (ed è ben diversa dalla tolleranza).


Probabilmente questa è la fase più difficile e la più importante. Siamo ad un punto di svolta! 


Che ne pensate?